venerdì 25 ottobre 2013

Auden - Love Is Conspiracy (Recensione)

Volendo ricostruire la genesi dell'emocore italiano, gli Auden rivestirebbero senza dubbio un ruolo centrale alla base di un ipotetico albero genealogico del genere tutto “cuore & chitarre” per eccellenza.
Da qualche parte tra i Fine Before You Came degli esordi (con cui condivisero il palco più volte, e di cui è recente la ristampa in vinile di Cultivation Of Ease a cura di Legno, in edizione limitatissima di sole 100 copie) e i Nuvolablu, la breve e seminale storia degli Auden si consumò nel fugace attimo di cinque anni.
In questo breve arco temporale, tra concerti in giro per l'Italia e incessanti prove in studio, la band decise di mettere su nastro i propri pezzi nel 2002, con la formazione che annoverava tra le proprie fila rispettivamente Stefano Frateiacci, Francesco Corti, Pierpaolo Calisti e Andrea Bennati, a seguito di un paio di date a supporto del tour italiano dei FBYC e To The Ansaphone tra Roma e la loro Viterbo.

Complici le classiche sfighe congenite della vita, il disco Love Is Conspiracy brancolò esclusivamente tra addetti ai lavori e “duri & puri” di genere, nell'attesa che qualche etichetta appoggiasse la causa della band. Fra problemi interni e cambi di formazione (nel frattempo esce Pierpaolo Calisti al basso ed entra Matteo Ronchetti ai synth), la parabola discendente degli Auden si esaurì in un vortice di apatia difficile da superare, sfaldandone l'ispirazione e il legame originale.

Ad oggi, A.D. 2013, la prode etichetta V4V decide di restaurare il master originale di Love Is Conspiracy, dando nuova linfa e risalto a queste cinque tracce che formano lo zoccolo duro e la base dell'emocore tricolore, dove tra testi intrisi di rabbia generazionale, insostenibile indolenza e turbe amorose rigorosamente cantati in inglese, unite alla particolare miscela di chitarre (qui rese più nitide e in risalto rispetto alla versione originale) ora delicate, ora aggressive a dovere, riflettono a pieno il travagliato percorso artistico e di vita degli Auden, sotto l'egida della scuola americana di stampo Midwest (Cap N' Jazz e Braid le ispirazioni più ovvie e lampanti), senza disdegnare passaggi più aspri e colmi di chitarre dissonanti.

Cinque pezzi inevitabilmente legati l'uno all'altro, dove tra disagio esistenziale ("Things I've Never Done"), sentimenti repressi ("My Wrong Sentimental Education") e un'onda di nostalgia che sale e che scende ("A Conspiracy About Love"), si consuma un disco fondamentale e dal recupero dovuto per tutti gli appassionati di genere.
Una storia, quella dei viterbini Auden, fatta di (molte) difficoltà e (poche) gratificazioni, che ricomincia oggi grazie al lavoro filologico della V4V e la conseguente probabile reunion del gruppo.
La musica, come del resto la vita, è una gran fregatura.

Voto: ◆◆◆◆◆
Etichetta: V4V

Scarica gratis l'album qui: http://bit.ly/17AftrI

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