lunedì 20 agosto 2012

Lady Ubuntu - Piuttosto Che Incontrarvi Farei Bunje Jumping (Recensione)

L'idea che sta dietro a questo Piuttosto che Incontrarvi Farei Bunjee Jumping è interessante, veramente. Un miscuglio di elettronica, a volte minimale e a volte più tamarra, punk (più per attitudine che come suoni veri e propri, anche se “La Stagione Delle Albicocche” si avvicina al concetto di punk che potevano avere i CCCP e cita, non a caso, il montanaro Lindo Ferretti) e reading, con le linee vocali che alternano quest'approccio ad un cantato sguaiato. Il tutto inquadrato oltretutto in una curiosa cornice lo-fi, visto che per registrare il tutto i tre membri dei Lady Ubuntu si sono avvalsi di un paio di programmi gratuiti scaricabili da internet, non suonando neanche una nota. Interessante, se non fosse che tutto o quasi ciò che poteva andare storto lo ha fatto.
Non nutro dubbi sul fatto che il risultato finale sia quello voluto dalla band, forse con l'intenzione di osare più del necessario, ma basta l'ascolto dell'iniziale “L'Ora Dell'Aperitivo” per accorgersi che la cornice lo-fi è rappresentata da un cantato-parlato dal volume assolutamente anarchico: le due linee vocali che si allacciano nella minimalissima traccia d'apertura non si distinguono praticamente una dall'altra, costringendo ad uno sforzo estenuante e fastidioso per capire il testo, ma forse è meglio delle rasoiate nelle orecchie che arrivano con le urla sguaiate della seguente “E' La Maledetta Solitudine”, dove una storia di noia quotidiana dalle ambizioni (forse) sociologiche viene travolta e uccisa da un cantato totalmente improbabile, fastidioso e dai volumi completamente sballati. Il problema delle voci diventa meno pesante col proseguire delle canzoni, ma non per questo migliora la qualità: “La Stufa E' Stupida”, risulta noiosa nella sua inutilità musicale e tematica tanto quanto vuol farla sembrare la voce col suo tono spocchioso ed infastidito, ma il peggio viene probabilmente raggiunto con “Sera”. Nei 5 minuti e mezzo della sesta traccia, assolutamente ripetitiva dal punto di vista musicale, i Lady Ubuntu si travestono da Offlaga Disco Pax e usando come metafora una cena in un “tipico localino di sinistra” fanno la reprimenda a PD e compagnia bella, usando luoghi comuni triti e ritriti ed argomenti banali e per niente interessanti. Presumo che nelle intenzioni doveva essere il brano più intelligente, ne esce con le ossa rotte a dir poco.
La qualità migliora un poco in conclusione dell'album, con l'electro-dark anni 80 quasi esclusivamente strumentale della breve scheggia “Coraggio” e con “Nei Primi Anni '90”, in cui ad una base hip hop viene associato un parlato fin troppo sussurrato ma con un testo finalmente interessante e degno, nella sua nostalgia venata di dramma nel finale (e ben supportata in questo dalla musica), dei pezzi più riusciti di Max Collini e compagnia. A concludere il disco arriva però una seconda versione, quasi identica, di “La Stagione Delle Albicocche”, trascurabile ma divertente esperimento electro-punk in cui il testo cerca la stessa via della traccia precedente ma con risultati molto meno riusciti. Dimenticabile ma particolare, più di “Non Posso Che Tremare (Di Fronte All'Ira Funesta Dello Zio)”, vincitrice con la sua banalità del trofeo di pezzo più dimenticabile nonostante il suo incipit socialmente intelligente.

Cosa abbiano voluto esprimere i Lady Ubuntu sinceramente non riesco a spiegarmelo: se l'intento era dimostrare che chiunque può fare musica hanno fallito, se era dire qualcosa d' intelligente in una cornice musicale improvvisata e volutamente scarna anche, se era dimostrare che le idee possono brillare anche di fronte ad una realizzazione tecnica approssimativa pure...sta di fatto che è una delle cose più fastidiose che abbia mai sentito. E se sono io che non l'ho capito per favore qualcuno mi spieghi cosa c'è da capire.

Voto ◆◇◇◇◇

Label: Biggie Records/Big Ramona, 2012




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