lunedì 23 gennaio 2012

Diaframma – Niente di serio (Recensione)

Diaframma Niente di serioChiudete gli occhi e siete di nuovo nel sogno malato degli anni Ottanta, nel flusso mescolato di quelle vibrazioni che sarebbero poi diventate messaggistiche cifrate per menti meravigliosamente alterate. I Diaframma e Federico Fumani non sembrano né pazzi, né assassini, ma nella loro musica rimane sempre quel cuore scuro che si è sempre dissipato in quel luminoso fluttuante pulviscolo che è e sarà per sempre essenza magica, nuda e cruda, sofferta e azzima della nostra storia musicale.
“Niente di serio” è il disco che riporta la nebbia delle grandi cose che fanno parte del dna della formazione e del “poeta capo”, non ci sono le grandi impalcature sofferte, le cattedrali di suono simbolico o le eccezioni in grigio che nel settore avvamparono come fuochi improbabili, ma tutta quella dolcezza amara, dolce, d’innamoramento trasversale, che risale nella gola come una caramella alla liquirizia, l’afflato delle perdite e le glorie delle riconquiste; fuori della retorica cantautorale, il disco è un’atmosfera unica di poeticità e specchi vuoti che riflettono moltissimo dall’epopea “Diaframma” e che urlano decibel muti di purezze e verginità sporche nei sobborghi lirici di “Madre superiora”, “Grande come l’oceano”.
Un cd per chi ama l’emozione con la E maiuscola, non solo per ritrovare magari il fasto tambureggiante di una nuova soffiata di Wave tricolore, ma per chi dalle trasmissioni elettro-melodiche non vuole solamente ascoltare il busso, ma “leggere” anche il timbro espressivo, la forza intellettiva di un qualcosa che arriva veramente per non ripartire a corto, per sorprendere o addirittura riprendersi i tempi alle spalle “Nilsson”; un album ed una scaletta che è quasi un’istituzione che ti trasporta nella diabolica summa di cose che vorresti non finissero mai, nel minimalismo, elettricità, fragore ed ironia, tutto il bello della bellezza fosca, energica e amplificata come la titletrack, la spiritualità maudit degli Joy Division che bazzica “Anime morte”, la scossa briosa di “La botta di energia del rock” e l’essere indentici nella malinconia di spessore “Absurdo metalvox”.
Con una line-up che vede oltre a Fiumani Lorenzo Moretto alla batteria, Luca Cantavano basso e ospite alle tastiere Gianluca de Rubertis de Il Genio, rimangono sottopelle le ecchimosi punk e le arie paraboliche di un poetame in fondo “beatamente maledetto” che ti entra dentro e fa di te quello che vuole.

Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Diaframma Records

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